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ZUMBA
fitness musicale di gruppo che utilizza i ritmi e i movimenti della musica afro-caraibica, combinati con i movimenti tradizionali dell'aerobica. Fu creata dal ballerino e coreografo Alberto "Beto" Perez alla fine degli anni novanta in Colombia. Ha come obiettivo principale creare un alto consumo calorico grazie  alla sua intensità variabile. Inoltre le musiche e le coreografie hanno  lo scopo principale di divertire il praticante in modo da fargli  dimenticare lo sforzo fisico. Le coreografie  sono create appositamente per fornire al partecipante un lavoro di alta  intensità cardio-vascolare e un'alta dose di tonificazione su gambe e  glutei principalmente.

Nel maggio 2012 era diffusa in 125 paesi del mondo e contava 12 milioni di praticanti. La zumba è riconosciuta da: Aerobics and Fitness Association of  America (AFAA), IDEA Health & Fitness Association, American Council  on Exercise (ACE), UK Register of Exercise Professionals (REPS) e  Fitness Australia.

La zumba è una disciplina in continua evoluzione. Alla fine della  lezione viene svolto un defaticamento che serve a rilassare e ad  allungare  i muscoli. negli ultimi anni inizia a trarre ispirazione anche dalla musica pop-commerciale, hip-hop, soca, samba, salsa, merengue, mambo, reggaeton.

La sua popolarità è dovuta anche al fatto che diversi VIP hanno dichiarato di praticarla. Alcuni esempi sono: Jennifer Lopez, Kirstie Alley, Jackie Chan, Eva LaRue, Jennifer Love Hewitt, Natalie Portman, Emma Watson, Victoria Beckham, Halle Berry, Toni Braxton, Nicky Hilton e Wyclef Jean.
DISCIPLINE ZUMBA


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BACHATA
La bachata (pronuncia [ba'ʧata]) è un genere musicale latino-americano originario della Repubblica Dominicana che ha dato origine al relativo ballo di coppia. La musica presenta un suono dolce e melodico. I testi delle  canzoni trattano sempre il tema dell'amore in tutte le sue sfumature, a  volte in termini idilliaci e a volte in termini drammatici ma allo  stesso tempo allegri.

Alle sue origini, intorno agli anni '40 del secolo scorso, era  diffusa solamente nelle classi sociali più povere della Repubblica  Dominicana. I testi delle canzoni esprimevano situazioni difficili che  si vivevano in quel contesto sociale. Questo ha fatto sì che la bachata  venisse definita come "música de amargue" ("musica da amarezza" in spagnolo) proprio per via della tristezza dei temi trattati.

La borghesia disprezzava questo genere musicale, non solo perché  espressione delle classi povere, ma anche perché le movenze tipiche del  ballo venivano viste come oscene e volgari. La bachata delle origini,  infatti, non presentava molte figure come nell'interpretazione moderna;  era un ballo in cui l'uomo e la donna, per tutta la durata del brano,  restavano abbracciati dondolandosi ed effettuando un provocatorio  movimento d'anca sul quarto battito musicale.
Per circa 40 anni, il genere rimase confinato nella classe  sociale più bassa della Repubblica Dominicana: veniva ballato nelle  campagne, nei quartieri poveri e in locali malfamati frequentati da  prostitute.


DANZA LATINO-AMERICANA
NON AGONISTICA.
Le danze conosciute ufficialmente come latino-americane sono cinque:
  • samba;
  • cha cha;
  • rumba;
  • paso doble;
  • jive.

Le figure relative a questi balli differiscono da continente a  continente e da una nazione all'altra perché diverse sono le tradizioni  locali e le abitudini. Di conseguenza sono state prodotte specifiche  codificazioni che hanno tecnicamente una loro validità e una loro  giustificazione. Il momento unificante è rappresentato dall'adesione di  quasi cento paesi - Italia compresa (FIDS) - alla WDSF  (World DanceSport Federation) che stabilisce regole e programmi validi  per tutti.  Per ognuna di esse sono state costruite nel corso degli anni molte  decine di figure e ne vengono continuamente inventate di nuove. Ciò è  dovuto al fatto che sono molto diffuse e per la loro stessa natura si  prestano più di altri balli ad originali interpretazioni personali e  fantasia creativa. Attraverso l'insegnamento e la pratica anche  spontanea sono state assimilate molto bene dalla cultura europea,  nonostante si tratti di danze (specialmente cha cha, rumba, samba)  lontane dal nostro codice genetico. Così anche dichiara la maestra di  ballo cubana Miriela Morejon Martinez.

FIT DANCE
La Fit Dance consiste in un programma di allenamento che racchiude in sé la passione per il ballo e la voglia di fitness.

È un MIX ESPLOSIVO di energia e divertimento che aiuta a scaricare  corpo e mente, liberandosi da stress e ansia, migliorando non solo il  rapporto con se stessi e con il proprio corpo ma anche il rapporto  armonico del movimento con lo spazio.
Il lavoro si sviluppa su semplici coreografie che prendo spunto  dall’armonia e dalla sensualità delle danze sud-americane e dalle danze  orientali, passando a balli energetici come la samba, il reggaeton, la  dancehall ed il waacking.

È quasi indefinibile la varietà che si può sviluppare all’interno di  questo programma, ogni lezione sarà sempre una nuova sfida e una nuova  scoperta.

Questo allenamento è adatto a tutti, sia uomini che donne, anche  perché il movimento non ha sesso e, soprattutto, fa bene a tutte le  età!!!  Fonte: www.gsaurora.com


SALSA CUBANA
La salsa cubana nasce a Cuba intorno alla metà degli anni 30-40 del 1900.  
Discende musicalmente e principalmente dal Son, ma recepisce elementi importanti da altri balli quali Guaracha, Conga, Rumba.

Essa è inserita nei Balli di Coppia, e per la parte Agonistica e  Federale in Competizioni, viene Codificata al fine comune di dare un  solo stile.  

Negli ultimi anni la salsa si è evoluta formando più stili  diversi e quello della salsa cubana racchiude in sè i movimenti più  tipici del Son Cubano e della Rumba Afro Cubana.  

I ballerini di salsa cubana, mentre ballano, formano un cerchio,  chiamato "rueda", dove una persona, il "Cantante", chiama le figure che  tutti i ballerini dovranno eseguire contemporaneamente.  La Salsa cubana con i suoi centinaia di Stili di Danza e musicali, è uno  dei balli piu culturali al mondo, non avendone mai avuta una  codificazione generale, essa è stata tramandata in generazioni, per  stile, tecnica e interpretazioni.

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KICK BOXING
a kickboxing (o kick boxing) è uno sport da combattimento di origine giapponese, diffusosi poi in USA, che combina le tecniche di calcio tipiche delle arti marziali orientali ai colpi di pugno propri del pugilato. La kickboxing è nata in Giappone negli anni sessanta. In quel periodo le uniche forme di combattimento a contatto pieno erano il full contact karate, il muay thai thailandese, il Sambo russo, la savate francese, il taekwondo coreano, il karate contact ed il sanda cinese.

I giapponesi iniziarono a organizzare gare di karate a contatto pieno (karate full contact). Questo genere di combattimenti stava acquisendo interesse sempre  maggiore finché negli anni '70, alcuni maestri di arti marziali  provarono a sperimentare una nuova formula unendo le tecniche di pugno  del pugilato alle tecniche di calcio del karate e nacque così il Full Contact Karate.
Tuttavia vi fu una certa confusione dei nomi e degli stili, anche  in virtù del fatto che nel Full Contact Karate si colpisce con i calci,  dal busto in su, mentre nella kickboxing giapponese si potevano dare  calci anche alle gambe.

A cavallo tra gli anni ottanta e gli anni novanta con il termine kickboxing spopolò negli Stati Uniti una forma di full contact karate  dove gli atleti vestivano dei lunghi e larghi pantaloni e delle  apposite scarpe, ed inizialmente era vietato colpire con calci portati  sotto la cintura; tra i più importanti enti ed organizzazioni vi erano WKA ed ISKA. Successivamente, sempre in Giappone, nel 1993, venne organizzato un torneo chiamato K-1,  in cui "K" sta per Karate, Kempo e Kickboxing. In questo torneo le regole sono quelle della kickboxing, ma sono valide  anche le ginocchiate senza presa e i pugni saltati e girati. Lo scopo era mettere sullo stesso quadrato (ring) atleti di diverse arti marziali e sport da combattimento con un regolamento sportivo che permetteva loro di confrontarsi.

Visti i capitali elevatissimi e l'entusiasmo enorme dei giapponesi, in questi avvenimenti, il K-1 (diviso in due tornei: il K-1 World Grand Prix, riservato ai pesi massimi e il K-1 MAX, riservato alla categoria dei pesi medi) divenne il più importante torneo al mondo. Il termine "K-1" ha assunto attualmente l'accezione di uno sport da combattimento  a sé stante, benché vi partecipino atleti provenienti dal muay thai,  dalla kickboxing o da altri sport simili; il regolamento del torneo è  chiamato K-1 Style.
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KARATE

Il Karate è un'arte marziale nata in Giappone, precisamente nelle isole Okinawa. Fu sviluppato dai metodi di combattimento indigeni chiamati te  e dal kenpō cinese. Prevede la difesa a mani nude, senza l'ausilio di armi, anche se la pratica del Kobudo di Okinawa, che prevede l'uso delle armi tradizionali (Bo, Tonfa, Sai, Nunchaku, Kama), è strettamente collegata alla pratica del karate. Attualmente viene praticato in versione sportiva (privato della sua componente marziale e finalizzato ai risultati competitivi tipici dell'agonismo occidentale) e in versione arte marziale tradizionale per difesa personale. Nel passato era studiato e praticato solo da uomini, ma col passare dei secoli anche le donne si sono avvicinate a questa disciplina.

Il karate fu sviluppato nel Regno delle Ryūkyū prima della sua annessione al Giappone nel XIX secolo. Fu portato sulle isole giapponesi durante il periodo degli scambi culturali fra i nipponici e gli abitanti delle Ryukyu. Nel 1922 il Ministero dell'Educazione Giapponese invitò Gichin Funakoshi a Tokyo per una dimostrazione di karate: la National Athletic Exhibition . Nel 1924 l'Università Keio istituì in Giappone il primo club universitario di karate, e nel 1932 tutte le maggiori università avevano i loro club. In un'epoca di crescente militarismo giapponese, il nome fu modificato da mano cinese tong te a mano vuota   kara te, sia a indicare che i nipponici svilupparono una forma di combattimento originale, sia a indicare che si trattava di un metodo di combattimento a mani nude.[7] Dopo la seconda guerra mondiale Okinawa divenne un importante sito militare statunitense, e il karate divenne popolare tra i soldati stanziati sulle isole.

Kara significa vuoto. Te significa mano.
La parola giapponese karate, nel complesso, si compone di vuoto e pugno, non il vuoto in sé, ma in relazione a un lavoro, a un'attività, cioè mettersi all'opera per fare il vuoto. Il termine zen ku, che indica lo spirito vuoto, l'assenza di Ego, può essere pronunciato anche "kara".

Il karate si pratica attraverso il karate-dō, dove significa Via, ovvero il percorso di autoperfezionamento che si intraprende attraverso questa disciplina. Pertanto Karate-Dō significa "Via della Mano Vuota". A Okinawa si praticava l'arte marziale dell'Okinawa-te, detta più semplicemente Te, ma anche Tode. Per facilitare la diffusione del karate in Giappone, Gichin Funakoshi e Kanryo Higaonna mescolarono i due nomi dell'arte di Okinawa: presero le parole Tode e Okinawa-te (e ovviamente anche Te) e ne fecero un parola unica: ToTe. Scelsero apposta l'ideogramma to perché si poteva leggere sia "to", sia "Kara".

Kara in questo caso voleva dire "vuoto". La parola divenne perciò karate col significato di mano vuota, ovvero un'arte marziale senza l'uso di armi .

Questi concetti suggeriscono che il praticante di karate dovrebbe allenare la propria mente affinché sia sgombra, vuota da pensieri di orgoglio, vanità, paura, desiderio di sopraffazione; dovrebbe aspirare a svuotare il cuore e la mente da tutto ciò che provoca preoccupazioni, non solo durante la pratica marziale, ma anche nella vita. Si può quindi riassumere che il karate è un'arte; una disciplina che si applica a mani nude, di origine giapponese e che rafforza il corpo e lo spirito.

"Come la superficie di uno specchio riflette qualunque cosa le stia davanti, così il karateka deve rendere vuota la sua mente da egoismo e debolezze, nello sforzo di reagire adeguatamente a tutto ciò che potrebbe incontrare." G. Funakoshi

Storicamente a Okinawa, patria di quest'arte marziale, pur essendo in uso l'accezione karate, più spesso si adoperavano altre parole: te o bushi no te (la mano del guerriero).

Il carattere giapponese per "mano vuota" fu usato per la prima volta nell'agosto del 1905 da Chōmo Hanashiro, maestro di Okinawa, in Karate Shoshu Hen (Il combattimento nel Karate).

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